Contenuti bonus – La brutta bestia cattiva

Condottiero Kai di Atlan, Fight Club di Snook, Miami, Florida
Tornai al parcheggio multipiano per la terza volta, attirato da un istinto così antico e vero che non osavo rifiutarlo… attratto lì dalla mia bestia.
La mia bestia aveva preteso che tornassimo. Ancora. E ancora.
C’era qualcosa, lì, qualcosa che non mi tornava.
Qualcosa di importante.
La polizia umana aveva battuto l’intera area per giorni, i loro ricercatori che prelevavano campioni e fotografie, cercando di scoprire cosa fosse successo all’uomo morto. Chi avesse posto fine alla sua vita. Un umano, quello caro alla femmina di Maxus, un anziano signore chiamato Wayne, era stato ucciso dai Segugi Prillon dello Sciame. Ma questo doveva restare un segreto.
Avevamo ripulito quel casino, assicurandoci che l’uomo venisse trovato con una lama che gli spuntava dal petto. Il maschio a capo di quel posto, Snook, non voleva avere più problemi di noi. Aveva accettato subito le nostre condizioni per la sua sopravvivenza.
Se Snook avesse messo a rischio la nostra posizione lì, sulla Terra, e la sua gente e il suo pianeta aprendo quella stupida bocca… l’avremmo ucciso. Ci eravamo assicurati che lo capisse.
Gli investigatori umani se n’erano andati, adesso. Ero certo che non avrebbero trovato nulla più che il classico tipo di omicidio umano, un disaccordo tra una coppia di maschi ubriachi nel lato peggiore della città. Wayne non era innocente. I suoi precedenti con la polizia umana erano lunghi e si sarebbero rivelati spietati.
Conoscendo gli umani, una “prova” tanto facile da scovare quanto un pugnale che gli spuntava dalle costole avrebbe evitato un’ispezione più accurata del resto dei tessuti dell’uomo morto, quelli fusi al suo interno dal colpo ionico dell’arma dello Sciame. Non c’era bisogno di attirare l’attenzione sul fatto che lo Sciame fosse riuscito a sfuggire alle forze della Coalizione e a inviare diverse truppe su quel piccolo pianeta indifeso.
Se il governo umano avesse scoperto le nostre inadempienze, avrebbe reagito senza pensare. Avrebbe infranto la propria alleanza con la Coalizione Interstellare dei Pianeti, costringendo i centri di elaborazione a chiudere. Avremmo perso una valida risorsa di combattenti ReCon così come di spose.
E i capi della Terra avrebbero esposto tutto il loro pianeta e il loro popolo ad un’invasione completa dello Sciame.
Non ci sarebbero più stati umani, solamente Soldati, Segugi e Perlustratori dello Sciame.
Schiavi.
Strappai lo strano nastro giallo che la polizia umana aveva apposto ad ogni ingresso dalle scale di fronte a me e sollevai la testa per annusare l’aria.
Sì! La mia bestia si destò. C’era qualcosa che aleggiava nell’aria, un odore…
Mi mossi lentamente, la mia bestia così vicina alla superficie che temevo che sarei mutato alla piena luce del giorno. Raggiunsi il livello sopra la zona di combattimento e camminai seguendo un percorso a reticolo. Ispezionando tutto. Inalando a fondo. Cercando… lei.
Compagna.
La mia bestia si mise in ginocchio ed io abbassai il naso verso il pavimento.
L’odore era quasi svanito, quasi irriconoscibile, ma era stata lì.
Rabbrividii, il cazzo che mi si induriva, il cuore che accelerava i battiti. Ricacciai giù la mia bestia con un’imprecazione. Aspetta, cazzo.
Guardandomi attorno, notai una grossa crepa nella struttura dell’edificio e vi guardai attraverso per vedere la gabbia di combattimento di sotto, parte della zona dove avevamo messo al tappeto Maxus.
La mia compagna ci aveva guardati? Come? Perché? Ed era idiota, cazzo? Era una femmina. Tutto ciò che capivo io del club di Snook indicava che quello non era un posto sicuro per nessuna femmina, ma specialmente per una delicata, piccola umana.
Seguii le sue tracce attraverso il garage fino ad un secondo punto di osservazione. Sì, ci aveva guardati. Il che significava che conosceva la verità circa quanto fosse successo.
Cazzo. Avrei dovuto informare Bahre, Tane e gli altri. Sarebbe stata un pericolo per noi fino a quando non l’avessimo trovata. interrogata.
Rivendicata. Scopata. Mia!
«Sì, bestia. Lo so. La voglio anch’io.» Sussurrai quella rassicurazione alla mia bestia mentre seguivo l’odore della nostra femmina fuori dalla struttura, mezzo isolato oltre dei bidoni dell’immondizia e dei ratti fino ad un piccolo vicolo. Lì era dove le tracce finivano.
Si era allontanata su un veicolo, l’odore sporadico e decisamente troppo vecchio da seguire.
Svanita.
Era coinvolta in una qualche operazione di sorveglianza? Per chi lavorava? Perché si era trovata lì? Come aveva fatto anche solo a sapere di quel buco infernale?
Si era messa in pericolo, era stata a portata di mano… ed io ero stato troppo coinvolto dall’occuparmi di Maxus e dei Segugi dello Sciame per notarla.
La mia compagna mi era scivolata dalle dita come nebbia nella brezza.
Avevo il suo odore, adesso. Sapevo che si trovava lì, in quella città.
L’avrei rintracciata. Trovata. L’avrei fatta mia…
La mia bestia gettò indietro la testa e ruggì.