Contenuti bonus – Senza cuore

copertina per Senza cuore da Grace Goodwin

Comandante Zarren Helion, Navicella Stealth, da qualche parte nel Settore 438

La stanza era vuota. Dal pavimento al soffitto non era rimasto nulla. Non era andato perso nemmeno un cuscino rosa o un pezzo di lanugine grigia. Erano andati, riciclati e restituiti alle fonti di energia della nave.

Un po’ come me, forse.

La mia compagna, Willow, mi aveva confessato il suo odio per entrambi i colori. Vederli sparire non era stata una perdita. Né mi sarebbe mancata questa vera e propria prigione in cui mi ero rinchiuso negli ultimi sette anni. Il mio alloggio personale era stato tutt’altro che personale.

Prima di lei.

“Zarren! Vieni qui. Guarda. Mersan sta facendo crescere delle piccole creature qui dentro.” L’amore della mia vita, il mio cuore, mi tirò il braccio come solo una femmina impaziente sa fare. I suoi capelli dorati erano tirati indietro in un elastico centrale sulla nuca, il resto cadeva attraverso quell’elastico in una cascata dorata che desideravo avvolgere intorno alle mie dita.

O al mio cazzo.

Lei la chiamava coda di cavallo.

Preferivo di gran lunga usarla per tenerle la testa in posizione mentre la scopavo. Alla mia compagna piacevano i miei impulsi più selvaggi. Legarla e assaporare la sua fica prima di riempirla di seme. Tenerla in posizione, sdraiata sopra di me, con il mio cazzo in profondità mentre Oberon le riempiva il culo.

Anche il mio secondo si divertiva a tirarle la coda di cavallo.

Mi aggiustai i pantaloni e ignorai lo sguardo acceso che Willow mi rivolse mentre camminavo per raggiungerla. Indossava quella che lei chiamava la sua uniforme spaziale. Il che significava un’uniforme della Flotta della Coalizione che avvolgeva ogni curva.

Non che importasse cosa indossasse, uniforme o vestito, nessuno dei suoi compagni riusciva a toglierle le mani di dosso. Il fatto che sapesse usare i blaster cosciali mi faceva venire voglia di fare un buco in quell’uniforme e scoparmela mentre era armata di tutto punto.

Era un pensiero strano, sapere che la mia femmina era letale e pericolosa. Era una nuova ossessione, amavo il fatto che avesse quasi spazzato via un’intera postazione dello Sciame da sola.

Odiando me stesso per aver permesso che venisse presa, e costretto a fare quella scelta.

Come sempre, quando questi pensieri mi consumavano, Willow mi raggiungeva e mi tirava a sé.

“Basta, Zarren. Non vivi più lì.” Mi tirò il polso per farmi passare il braccio intorno a lei e mise la sua mano sopra la mia, appoggiandola sulla curva del suo fianco, stringendomi a sé. Tenendomi vicino. A posto. Ancorato a qualcosa di diverso dal senso di colpa, dalle uccisioni e dalla guerra.

Cazzo. Il suo calore aveva dirottato la mia completa attenzione. Il tessuto della sua uniforme era un traguardo che dovevo ancora raggiungere. Difficile da strappare. Quasi impossibile, in effetti.

Sfida accettata. Non avrei resistito ancora a lungo alla tentazione.

Mi misi accanto a lei e guardai nei contenitori rinforzati in cui il dottor Mersan teneva le ‘piccole creature’. Erano ricoperte di aculei sottilissimi e affilati, così piccoli e numerosi da sembrare morbidi, come una pelliccia. Di un nero denso, erano estremamente difficili da vedere nel loro habitat naturale.

Nessun umanoide viveva nel raggio di due sistemi stellari rispetto al loro mondo natale. Per fortuna, un solo tocco avrebbe ucciso una bestia Atlan in pochi secondi.

Quando arrivai al suo fianco, le avvolsi il braccio e la tirai vicino. Perché potevo.

Perché ne avevo bisogno.

Più tempo passavo con lei, più diventava difficile allontanarmi da lei. Quest’ultima missione, raccogliere le creature velenose in modo che le squadre scientifiche di Prillon Prime riuscissero a creare un antidoto? Due settimane di viaggio nello spazio profondo. Tre giorni di ricerca di quei maledetti esseri. Due settimane di ritorno. Tutto per evitare che un eventuale tentativo di assassinio su uno dei tanti mondi tra tribù.

Non mi importava un cazzo.

Sapevo che Oberon aveva tenuto la nostra compagna al sicuro e al caldo, nel nostro letto, lì dove avrebbe dovuto essere.

Dove avrei dovuto essere io. Accanto a lei. Stringerla. Baciarla.

Scoparla.

Willow si avvicinò al contenitore trasparente. “Non sono carini? Sono così pelosi.”

“Sono molto velenosi, mia signora.” Mersan mi guardò come se la mia compagna fosse impazzita. Feci spallucce, ma mi assicurai di tenerla a distanza di sicurezza. Solo Willow avrebbe trovato carino un animale mortale coperto di aghi velenosi. Le femmine umane erano una fonte costante di… sorpresa.

E di passione. Amore. L’amore di Willow mi avvolgeva come una coperta dentro la mia anima. Morbida. Calorosa. Accogliente.

Avevo fatto a pezzi i nemici davanti a lei. Lei non era scappata. Anzi, era corsa verso di me, mi era saltata in braccio e si era stretta a me.

Perché avrei dovuto preferire di essere là fuori, a cercare creature velenose, o a uccidere soldati dello Sciame, quando invece sarei potuto stare con lei?

Guardai intorno alla navicella – la mia navicella – un’ultima volta.

Oberon aveva ragione.

Lui aveva già richiesto il trasferimento. Ero io quello che stava resistendo al cambiamento.

Willow doveva aver sentito la mia inquietudine. Avvolse le braccia attorno alla mia vita e posò la guancia sul mio cuore. “Stai bene?”

Cosa sarei se non fossi… questo?

Suo.

Avvolsi le braccia attorno a lei e baciai la sommità del suo capo. Poi fissai lo sguardo di Mersan mentre alzavo la voce e trasferivo il comando della navicella… a lui.

“Che cazzo stai facendo, Helion?”

Gli sorrisi, forse per la prima volta. “Sto scegliendo una nuova vita.”

Willow sussultò. “Davvero? Stiamo tornando a Prillon Prime?” La sua eccitazione fu contagiosa, fluiva dentro di me come vento danzante, aria fresca e fiori selvatici. Come cazzo avrei mai potuto negarle qualcosa quando la sua gioia mi faceva sentire così?

“Sì.” Mi voltai di nuovo verso Mersan, il cui broncio rimase al suo posto. Povero piccolo bastardo. Riconoscevo quella faccia. Avevo fissato la stessa esatta espressione allo specchio per anni. “Il Prime Nial mi ha offerto un lavoro nella capitale. Sarò l’intermediario del C.I., in costante comunicazione con te e terrò informato il consiglio di guerra. Oberon ha richiesto un trasferimento per volare con la difesa del pianeta. Ha servito abbastanza. Il trasferimento sarà approvato.”

“Oppure posso fare una chiamata…” Willow batté le ciglia su di me.

Risi. Quella era la mia compagna. Era più vicina alla Regina Jessica che mai. E aveva ancora un accesso S-Gen di livello superiore al mio. Quando me ne lamentai con Thomar, lui aveva riso come un matto.

Guardai giù in quegli occhi blu, e non resistetti all’onda di emozione che mi travolse. La amavo. Cazzo, amavo questa femmina, avrei fatto qualsiasi cosa per renderla felice.

Lei sorrise a sua volta. “Sai cosa voglio ora?”

“Dimmelo tu.”

Me lo mostrò invece, l’onda erotica di sensazioni che scorreva attraverso i nostri collari di accoppiamento avvolse il mio cazzo… e il mio cuore.

Che gli dei ci proteggano se mai dovesse andare via.